Cordara Conti di Calamandrana

Ultima modifica 18 aprile 2018

Simbologia;

A- B- C seguiti da un numero indicano i rami del casato ed i collaterali
* Nato
+ Deceduto 
= Matrimonio 
.... dato sconosciuto
 

Salomone VITA o VITTA, membro della Comunità Ebraica di Acqui, si convertì al Cattolicesimo assumendo il nome Antonio (perché battezzato il giorno di Sant’Antonio da Padova) ed il cognome CORDARA perché tenuto a Battesimo da un Sacerdote, tale Cordara per l’appunto

= ……………

A1. Francesco Maria, acquistò il feudo di Calamandrana (nella Vallle del Belbo, poche miglia a Sud-Ovest di Nizza Monferrato) nel 1685 da Giacomo Quinziani (Patrizio di Reggio ed Abate della Collegiata di San Pietro a Guastalla), venendone investito per i soli maschi primogeniti dal Duca di Mantova il ?-III-1685 con il titolo di Conte (trasmissibile ai nipoti), in origine era assai indigente, tanto da essersi ridotto a pascolare le greggi del fratello a Mazone e proprio mentre era al pascolo invase le terre del Conte Trotti di Ovada e questi lo fece arruolare a forza nelle Armate del Re di Francia per punizione, tornato in patria si arricchì notevolmente con grandi speculazioni, appaltando dal Duca di Mantova il Casermaggio e le Gabelle del Monferrrato, entrando più volte in società (nel 1674 e nel 1679) con il cugino Giuseppe Vita-Clara (del ramo della famiglia rimasto ebreo), insultò il Barone di Vaglio Nicolò Crova il quale nel 1675 lo fece processare e carcerare a Pavia, originando con quel fatto un odio atavico che dilaniò le due famiglie per due secoli, ristrutturò ed ampliò il castello di Calamandrana (test. 26-XII-1699, +Nizza Monferrato 26-XII-1699, poche ore dopo aver testato)

= …………. Piccone, di famiglia borghese di Dego

A2. Guglielmo, piccolo imprenditore agricolo, era mezzadro del podere dei Cavalieri di Malta a Masone (+1690 ca.)

= ……………. Viazzi

B1. Antonio Francesco, 2° Conte di Calamandrana dal 1699, ottenne l’investitura dal Re di Sardegna (successore dei Gonzaga nel Ducato del Monferrato) il 28-I-1736 per i maschi ed una femmina (*1675 ca., +1740 ca.)

= Eleonora Crescini, figlia del Conte Giulio Crescini, Nobile di Mantova

C1. Francesco Maria, 3° Conte di Calamandrana, investito il 28-II-1749, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dal 12-X-1772, Dottore in Leggi (laureatosi il 14-VI-1727), Giudice della Reale Udienza del Regno di Sardegna dal 1737, Regio Intendente Generale di Sua Maestà in Sardegna dal 174…, nominato Presidente Uditore Generale di Guerra con Regie Lettere Patenti del 15-I-1760, nominato Primo Presidente ed Incaricato della Spedizione degli Affari di Sardegna con Regie Lettere Patenti del 28-II-1775, Priore della Confraternita della Santissima Trinità di Nizza Monferrato (*1702, +Nizza Monferrato 22-VIII-1783)

= Vincenzia Teresa Caterina di Saluzzo, figlia di Tomaso Maria di Saluzzo, 1° Conte di Monesiglio e Signore di Cervignasco, Pradleves, Valgrana, Montemale e Monterosso, e di Rosa Operti dei Marchesi di Cervasca (*Saluzzo 27-IX-1743, +Nizza Monferrato 18…) (v.)

D1. Maria Eleonora (*Torino 9-X-1761, +….) D2. Maria Lucia (*Torino 16-I-1763, +….) D3. Giuseppe Antonio, 4° Conte di Calamandrana, giurò Fedeltà al Re coi Nobili nel 1822, Luogotenente della Compagnia degli Archibugieri delle Guardie della Porta dal 27-II-1796, promosso a Colonnello ed Aiutante di Campo Generale del Re di Sardegna nel 1814, Direttore delle Razze dei Cavalli del Regio Esercito Sardo, promosso a Maggior Generale il 15-XII-1831 (*Torino 19-IV-1764, +Torino 17-VI-1845)

= 1785 Maria Gabriella Roero, vedova (dal 1784) di Emanuele Brunetta, 2° Conte di Usseaux, figlia di Giuseppe Maria Felice Roero, 6° Conte di Mombarone, Signore di Settime e Nobile di Tortona, e di Rosalia Guasco dei Marchesi di Castelletto d’Erro (*1760 ca., +18…)

E1. Teresa, 5° Contessa di Calamandrana dal 1845 (*1786, +Torino 19-V-1854)

= 1811 il Cavaliere Carlo Marone, Signore (detto Conte) di Torre d’Uzzone (viv. 1822)

E2. Gabriella (+castello di Rivanazzano 13-II-1864)

= Calamandrana 2-IX-1816 il Marchese Luigi Rovereto, 3° Marchese di Rivanazzano e Patrizio Genovese (*Tortona 9-IX-1788, +Torino 21-III-1843)

D4. Maria Genoveffa (*Torino 16-VII-1768, +….) D5. Maria Rosa (*castello di Calamandrana 1770, +….)

= il Conte Gaetano Tornielli, Nobile di Novara (+5-I-1788)

C2. Giulio Cesare, detto “l’Abate Cordara”, Chierico Regolare della Compagnia di Gesù (Gesuita), entrò come Novizio nella Casa di Sant’Andrea al Quirinale di Roma il 20-XII-1718, professò i voti nel 1720, ordinato Sacerdote nel 1733, Professore di Retorica al Collegio Gesuitico di Viterbo dal 1725 al 1728, Professore di Retorica al Collegio Gesuitico di Fermo dall’ottobre 1728 al 1729, Professore di Retorica al Collegio Gesuitico di Ancona dal 1729 al 1730, Professore di Filosofia al Collegio Gesuitico di Macerata dal 1735 al 1739, Professore di Filosofia al Collegio Romano dal 1739, Storiografo Ufficiale della Compagnia di Gesù dal 1742, Arcade della Colonia Romana con il nome di “Pameno Cassio” dal 1736, Membro della Accademia degli Immobili di Alessandria dal 1751, Principe dell’Accademia degli Immobili di Alessandria dal 1779, amico e consigliere di Papa Benedetto XIV e dei Principi Stuart in esilio, alla soppressione della Compagnia di Gesù si ritirò ad Alessandria, fu storico, filosofo, poeta satirico, molto lodato per il suo latino elegante e puro, gran frequentatore di salotti della più alta nobiltà romana (era intimo amico delle famiglie Orsini ed Albani), scrisse la satira Contra rerum alienarum inspectores (composta nel 1730, pubblicata postuma a Venezia nel 1804), la satira In fatuos numerorum divinatores (composta nel 1733, pubblicata Venezia nel 1804), il dramma pastorale In mortem Nicis (composto nel 1735 e pubblicato a Genova nel 1754), le satire De tota Graeculorum huius aetatis letteratura ad Gaium Salmorium Sermones quator (Lucca 1737, con la falsa indicazione editoriale di Genova, pubblicate con lo pseudonimo di Lucius Settanus, Quinti filius, suscitatrici di enorme polemica), cui seguì il L. Sectani Q. Fil. Ad Gaium Samorium Sermo Quintus (Lucca 1738, con la falsa indicazione editoriale di Cornithy), pubblicati poi assieme ad un inedito sesto sermone nell’opera L. Sectani Q. Fil. De tota Graeculorum huius aetatis letteratura ad Gaium Salmorium Sermones quator. Adcessere ad eorum defensionem Quintus et Sextus (L’Aia 1752), l’elogio funebre in funere Caroli Sexti Imperatori Oratio (pronunciata il 20-III-1741 nel Collegio Romano e pubblicata a Venezia nel 1804), l’Historia Societatis Jesu Pars sexta (Roma 1750, è uno dei volumi degli Annali della Storia della Compagnia di Gesù e abbraccia il periodo dal 1616 al 1633), la De Odoardi Stuardii Principis Walliae expeditio in Scotiam, libris IV comprehensa (scritta nel 1751 e pubblicata a Venezia nel 1804), i due saggi Saggio Primo sul processo del fu P. Gabriele Malagrida e Saggio secondo sull’argomento stesso del processo e della condanna (scritti nel 1761 dopo lo scandalo dell’esecuzione del Gesuita Malagrida a Lisbona sotto una falsa accusa di eresia, pubblicati assieme nel volume Il buon raziocinio dimostrato in due scritti, edito nel 1782 senza indicazione di luogo), i capitoli in terza rima Insetti, Pulce, Mosca e Zanzara (composti nel castello di Calamandrana nell’estate del 1763, pubblicati a Venezia nel 1792 nella antologia Parnaso Italiano), il saggio Collegii Germanici et Hungarici libris IV comprehensa (Roma 1770), il poemetto satirico in dodici canti Il Fodero ossia il jus sulle spose degli antichi signori sulla fondazione di Nizza della Paglia nell’alto Monferrato (composto a Calamandrana nel 1773 e pubblicato a Parigi nel 1788, la sua opera più celebre, forse ispiratrice di alcuni passi manzoniani), le Nove Lettere del Prete Giulio Cordara sopra l’abolizione della Compagnia (scritte tra il 1774 ed il 1785), un Saggio di Egloghe Militari (Alessandria 1780), la tragedia in cinque atti Betulla liberata (Asti 1781), un Discorso de' vantaggi dell'orologio Italiano sopra l'Oltramontano (Alessandria 1783), il Capitolo sopra il pallone volante recitato nell’adunanza degli Immobili di Alessandria (Torino 1784), mentre postumi furono pubblicati i Capitoli sopra la parrucca di Ruggiero Boscovich (Osimo 1792), il saggio storico De Suppressione Societatis Iesu Commentarii (Padova 1925), la vivacissima opera autobiografica De suis ac suorum rebus aliisque quorum temporum Commentarii (Torino 1933), mentre rimase incompiuto il progetto editoriale della pubblicazione di tutte le sue opere in 18 volumi con il titolo Opere Latine e italiane dell’abate G.C. Cordaro, arrestatosi al quarto volume (Venezia 1804-1805) (*Alessandria 16-XII-1704 [tuttavia anche Calamandrana e Nizza Monferrato si disputano la sua nascita, altri pongono la nascita il 14 o il 17 Dicembre], +”di furia di sangue”, Alessandria 6-III-1785, sepolto con monumento nella Cripta della Chiesa dei Santi Alessandro e Carlo di Alessandria) B2. Giacomo Francesco, Chierico della Diocesi di Acqui, Sacerdote, Chierico della Reverenda Camera Apostolica, Uditore del Tribunale della Sacra Romana Rota, Cameriere d’Onore in Abito Paonazzo di Sua Santità dal 2-VI-1736 (*1680 ca., +Roma 175…) A3. Gerolamo A4. Giuseppe (+1693)

= 1672 ………………


Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?
1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?
1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot